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Regione Piemonte

Tommaso Villa – Senatore e Ministro di Stato

Personaggio Illustre del Comune di Valfenera


Figlio dell’avvocato Giambattista Villa e di Elisabetta Rosignano, nacque il 29 gennaio 1833. Il padre, di antica fa­miglia valfenerese, fu per molti anni segretario del nostro Comune e poi fu nominato giudice di pace nel vicino centro di Canale. Qui appunto vide la luce colui che sarebbe dive­nuto la più chiara illustrazione nel campo politico della nostra terra.

Nel 1852 si laureò in legge presso l’università di Torino e quasi subito venne assunto da Angelo Brofferio – allora all’apice della carriera politica – quale suo collaboratore nell’ufficio legale. A 27 anni ne sposò la figlia Emilia.
Alla scuola del Brofferio il giovane avvocato si affermò risolutamente nell’agone politico e nel campo forense, oltre a essere un brillante giornalista. Nel 1855 capeggiò con Brofferio l’opposizione alla legge sulla pena di morte; per questo venne arrestato e incarce­rato. Nel 1865, mentre ancora il popolo piemontese viveva giornate di ansia, di trepidazione, di austero dolore per il tra­sferimento a Firenze della capitale del nuovo Regno d’Italia, il Villa fu eletto Deputato per il Collegio di Villanova d’Asti. Per quattordici legislature consecutive gli elettori di questo Collegio gli ripeteranno la loro fiducia, raggiungendo un primato non facilmente superabile.

A questo punto l’opera politica di Tommaso Villa assorge a più vasti orizzonti, grazie alla sua opera di scrittore, di pensatore e di oratore sommo. Egli appartenne, infatti, a quella schiera di generosi e di grandi che hanno contribuito realmente a fare l’Italia, riunendone pazientemente insieme le sparse membra. Aveva conosciuto Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Cavour, d’Azeglio, Gioberti, Cairoli e Crispi e cento altri di quegli uomini che, infiammati da un ideale gigantesco, ten­devano a fare di un grande sogno una realtà concreta.
Ebbe stretti rapporti con Mazzini e non v’è dubbio che influisse sul pensatore genovese per indurlo ad accettare prima un accordo sulla questione “nazionale”, poi a rinunciare al suo programma repubblicano e a entrare nell’orbita della Monarchia. Questo particolare lo si desume dall’ Epistolario del Mazzini e particolarmente da una lettera del 5 luglio 1865 nella quale l’esule traccia il suo piano per la cacciata del­l’austriaco dal Veneto e invita il Villa e l’avv. Moriondo di Torino – a cui è diretto lo scritto – a portarsi a Londra per avere con lui un abboccamento e trovare una linea di intesa sui vari problemi militari e politici che in quel tempo trava­gliavano l’Italia.

Il 14 luglio 1879 l’on. Villa venne chiamato da Cairoli a far parte del suo Ministero in qualità di Ministro dell’In­terno, carica che lasciò nel 1881 per assumere il Dicastero di Grazia e Giustizia. A lui, Ministro dell’Interno, San Giovanni Bosco si rivolse con una lettera (12 settembre 1879) perchè disse “una parola” in favore dei suoi giovinetti al Ministro della Pub­blica Istruzione. Nel giugno 1895 Tommaso Villa assunse la presidenza della Camera dei Deputati; in tale carica, tenuta per molti anni, si dimostrò impareggiabile, sia per l’autorità grandissima di cui godeva e sia per la signorilità di atteggiamenti.
Fu promotore e presidente delle grandi Esposizioni na­zionali di Torino da quella del 1884 a quella del 1911, com­missario d’Italia alle grandi Esposizioni internazionali di Pa­rigi e altrove, tenutesi nell’ultimo trentennio del secolo scorso.
Nel 1902, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della sua laurea, il foro torinese offrì all’insigne giurista un pre­giato busto in bronzo dello scultore Tabacchi. Sul basamento spiccava questa significativa dedica: “A Tommaso Villa ­che nelle aule forensi – Politiche e Amministrative – con eloquente parola – interpretò il pensiero italiano – il pub­blico bene – la giustizia la libertà – promosse tutelò difese – nel 50° anniversario della sua laurea – Ammiratori e Amici – Torino – settembre 1902”. Il busto, donato dai figli a Valfenera nel 1932, quando cedettero il loro palazzo per essere adibito a sede del Co­mune e delle Scuole, venne requisito nel 1941 per essere fuso allo scopo di “fornire armi alla patria”.

L’8 marzo 1909, dopo 44 anni di deputazione ininterrotta per il Collegio di Villanova d’Asti, Tommaso Villa venne no­minato Senatore e successivamente Ministro di Stato. In tale circostanza gli vennero tributate grandi onoranze con la par­tecipazione di tutta la Nazione. Tutti i paesi del mandamento villanovese gli diedero la cittadinanza onoraria. A cura di un apposito comitato vennero pubblicati i suoi discorsi politici in due poderosi volumi, che bastano da soli ad illustrare la sua eminente figura di Statista.
Tommaso Villa fu insignito delle più alte onorificenze italiane e straniere e quale ex presidente della Camera avrebbe avuto i titoli per essere nominato Collare dell’ Annunziata, se altissime influenze di Corte non si fossero opposte a causa del suo atteggiamento nei confronti di un progetto di legge sul divorzio da lui ripetutamente presentato e illustrato alla Ca­mera.

Un aspetto particolare dell’attività politica di Tommaso Villa fu costituito dal suo vivo interessamento alla soluzione dei vari problemi riflettenti il progresso e il benessere della classe operaia e agricola. A Torino costituì l’Associazione fra gli operai della Mani­fattura Tabacchi, fondò la Società delle Case Popolari  e per suo impulso sorsero numerose nei nostri paesi le Società Ope­raie-Agricole. Promosse, unitamente al generale Enrico Morozzo della Rocca ed alla marchesa Pallavicini, la fondazione dell’Isti­tuto delle Figlie dei Militari in Torino, che presiedette fino alla morte.
Convinto che la grandezza politica d’Italia non si po­tesse ottenere se non raggiungendo la sua indipendenza eco­nomica, egli divenne un appassionato agricoltore, intendendo dare alla nostra agricoltura l’impulso di quelle applicazioni scientifiche che già erano state introdotte con successo in altre nazioni. Le sue tenute di Valfenera e la Cantina sociale da lui fondata furono la dimostrazione pratica e convincente del suo appassionato amore ad ogni forma di elevazione del sistema produttivo agricolo.

Il 25 luglio 1915, poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Tommaso Villa si spense a Torino. Le sue spoglie vennero deposte nella tomba di famiglia, da lui fatta erigere nel Camposanto di Valfenera.

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